Spazi cinematografici e memoria urbana -
Architettura, tecnologia e spazio sociale
Branka Benčić
Rather then experiencing the slow appearance of the Polaroid
image in the emulsion as the revelation of a new, potential
world of harmony, Polaroid become hard evidence of the ruined
state of the nostalgic mind itself.
Gawan Fagard: Visual Romanticism as a Subversive Affect.
The Polaroids of Andrei Tarkovsky, 1979-1983
Le polaroid riunite nella mostra di Lara Ušić Changing Realities (Polaroid View) si strutturano in serie di immagini che ritraggono diverse scene di cinema, trattate come rapporto tra architettura e spazio sociale. Le fotografie riportano spazi cinematografici noti o riconoscibili in diverse città - Cinema Beograd/ attualmente garage a Pola, cinema SC e sala MM di Zagabria, diversi cinema a Osijek (Urania, Europa, Zvečevo, Slavia), mostrando lo stato attuale di questi spazi e il significato che è iscritto nel loro contesto culturale e sociale.
Il rapporto tra tecnica polaroid, scene registrate e il concetto di tempo qui si manifesta univocamente. Nelle sue piccole, imperfette Polaroid, Lara registra scene di vari cinema, i loro diversi stati, il destino, la storia e il futuro. Fornisce esempi di alcune sale cinematografiche che hanno o non hanno subito il processo di transizione-conversione, cinema esistenti, funzionanti o abbandonati. E fa questo usando spesso pellicole scadute, consapevole della possibilità di errori tecnici, e questa mancanza si manifesta in una serie di oscillazioni nella qualità dell'immagine, nonché nelle limitate possibilità di realizzazione. La chiave di lettura delle opere presentate è infatti la ricerca sulla natura mediatica e tecnica, sperimentazioni, l’incontro tra vecchie e nuove tecnologie, la reperibilità dei materiali e delle attrezzature, attraverso le quali i lavori raggiungono un rapporto specifico con il passato. Le fotografie polaroid raramente raggiungono la perfezione tecnica, e proprio l’imperfezione dell'immagine unitamente alla tecnologia impiegata, metafora in sé della ricerca espressiva, si traducono in segno volto a mostrare la possibilità di degrado fisico, articolando i sentimenti di dimenticanza, assenza e vuoto.
Il rapporto tra cinema e città è uno dei luoghi chiave del modernismo. Il cinema rappresenta lo spazio fisico e mentale che ha formato l'identità della città moderna ed è parte della memoria urbana, e attraverso questa serie di fotografie polaroid Lara Ušić sviluppa una critica sociale sottile e poetica.
Nello spazio espositivo le immagini dei cinema si intersecano con immagini polaroid riprese da schermo tratte da film di Michelangelo Antonioni e Andrej Tarkovskij, visioni disumanizzate del paesaggio industrializzato del modernismo cinematografico di Antonioni come nei film L'Avventura (1960), L'Eclisse (1962), Il Deserto Rosso (1964) e Identificazione di una donna (1982), e la poetica di Andrej Tarkovskij che parla attraverso le immagini di Stalker (1979) e Nostalgia (1983).
Inoltre, questa mostra di polaroid di Lara Ušić include il video, Synecdoche (Synecdoche, video, 5 min, 2015) di Gaia Magoni, come "ritratto" specifico dell'artista, ritratto per "altri mezzi". Con la figura syncedoche, principio metonimico, qui la rappresentazioni dei media collaborano nel costituire non solo lo sguardo, l'identità dell'autrice, ma anche i suoi mezzi di lavoro e processi di lavorazione.